Il Laboratorio di scrittura creativa, nato nel 2003 come un’opportunità riabilitativa per pazienti in carico al CSM di RE, è stato fin dall’inizio sostenuto dall’Associazione Sostegno e Zucchero che ha pubblicato due volumi – che raccolgono i testi prodotti (1) .
Il primo anno erano 8 i partecipanti, uomini e donne di ogni età e scolarità, ma ben presto la richiesta fu tale che si dovettero formare due gruppi. Dal 2012 l’attività si è estesa al distretto di Correggio ed è aperta a tutti coloro che sono motivati a scrivere e a leggere in gruppo perché il Laboratorio è un luogo in cui non si utilizzano griglie diagnostiche ma ci si incontra tra persone che vogliono essere accolte e valorizzate. Da sempre infatti si favorisce l’espressione di emozioni, fantasie e vissuti quotidiani incentivando la curiosità alla lettura e alla creatività; si allevia la solitudine attraverso l’ascolto, l’accoglimento, il contenimento offerto dal gruppo; si offre un’opportunità di socializzazione ai pazienti più timidi – anche con la sola presenza- in un clima di gioco e di condivisione.
L’attività si svolge a cicli di 7-8 incontri a cadenza settimanale della durata di un’ora e trenta, ripetuti con diversi materiali in primavera- autunno/inverno. I contenuti proposti sono stati molteplici e diversi nel tempo: all’inizio erano testi semplici, filastrocche, fiabe da cui ricavare autoritratti ameni, brevi racconti mitologici, proverbi da commentare, descrizioni della natura, fotografie o letture di immagini da cui far nascere storie. Col tempo la fiducia è cresciuta e ho potuto avvicinarmi a qualunque tema: dai luoghi che frequentano a quelli della memoria, dalla relazione con gli altri agli affetti più cari, dai desideri alle paure, dalla testimonianza sulla sofferenza al tema complesso della legalità. Senza mai trascurare la poesia, amata, gradita e mai abbandonata perché la poesia più di ogni altro genere mette in moto l’immaginazione. La fantasia è diventata così il germe della nostra poetica, lo spazio in cui abbiamo lavorato.
L’inizio è sempre una lettura-stimolo a cui segue la elaborazione scritta. Alla fine ognuno legge e gli altri ascoltano attenti. E’ un momento pregnante. Ricordo in particolare, quando alcuni anni fa feci un intero ciclo sulla lettera: lettere a persone autorevoli (il dr. Basaglia), lettere impossibili, lettere in cui dovevano mostrare le loro qualità per poter essere assunti in una redazione. Fu un’esperienza bellissima perché poi andammo davvero a visitarla! Era la redazione della Gazzetta di RE dove ci accolse il Direttore che rimase con noi quasi l’intera mattina e si fece intervistare dai pazienti.
Non fu la sola, di uscite ne abbiamo fatte molte, sia per letture pubbliche che per gite di “istruzione”: a Modena ad es., siamo andati a visitare il Planisfero con l’aiuto di un esperto che ci ha guidati alla scoperta delle costellazioni, seduti al buio semisdraiati! Altre uscite le abbiamo fatte insieme al gruppo Tempo libero, alla scoperta di Parma, del Battistero e anche della Biblioteca Guanda con cui avevamo preso contatti e ci aspettavano per leggere poesie. Momenti intensi e ameni. Un momento, invece, unico ma molto sofferto, è stato l’annuncio della perdita improvvisa di una paziente a cui il gruppo dedicò una serie di liriche. Anche la morte è stata oggetto dei nostri incontri! Dunque tutto, proprio tutto è servito per scriverne. Scrivere e leggere.
Ricordo a tal proposito un incontro, alcuni anni fa, organizzato con gli studenti della scuola educatori. I pazienti lasciavano che gli studenti facessero domande e sapevano parlare di loro stessi, spiegando cosa significava scrivere e perché piaceva l’attività; leggevano poi cose loro lasciando gli studenti entusiasti ad applaudire. Purtroppo da alcuni anni le cose sono cambiate. Con l’avvento della pandemia non si sono solo interrotti i rapporti con le scuole, anche l’attività di scrittura è stata forzatamente bloccata. Si spera con tutto il cuore possa ripartire , tanto che ho scritto come immagino di farlo quando tutto sarà finito (2).
Vent’anni da conduttrice mi hanno convinta che il Laboratorio è un’esperienza che va al di là degli stessi obiettivi perché, grazie alla scrittura in gruppo, i pazienti hanno scoperto di avere un potere. Non il potere nell’accezione classica di dominio, quello con la corona in testa, ma altre forme non meno importanti: il potere di creare, di prendersi cura, di contenere, il potere dell’immaginazione e del desiderio, in sostanza: il potere della parola, della Libertà.
Franca Righi
(1) Pensieri e Immagini a cura di F. Righi, Correggio, Lucio Lombardo Radice, 2012, 119p.; Meriggi di parole a cura di Franca Righi, Bagnolo in Piano, Grafiche Sagi, 2017, 96p.* In alcune occasioni abbiamo avuto anche giovani studenti grazie ad un progetto con l’Istituto Einaudi.
(2) è un contributo pubblicato in “Il segno della pandemia” a cura di S.Mazzacurati e P.Benassi, Consulta ed., 2020